M E X I C O 2007

Visita al convento Francescano di Tepojaco

23 luglio 2007

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Sono passate poco più di 48 ore da quando abbiamo messo piede in terra messicana. Stiamo cominciando ad entrare nella mentalità, e, anche se solo in parte, nello stile di vita messicano. La mattina ancora sono alzatacce, alle 5.30 siamo svegli ma teniamo duro fino almeno alle 6.30/7.00 anche se alle 6.00 puntualmente al convento di Valle suona una poderosa campana che annuncia che un nuovo giorno è nato e che è ora di andare a lodare Dio per questo (in effetti rimaniamo un pò sordi a questo invito, causa il fuso, che invece i seminaristi con gioia e con zelo accolgono).

E' così che verso le 7.30 siamo già pronti ci dirigiamo verso la cucina per il desayuno a base di uova strapazzate e di fagioli neri, con l'immancabile chili e il caffè messicano. Ci adagiamo ai ritmi messicani e dunque lasciamo in Italia la fretta, gli orari. Qui le distanze sono immense e dunque i tempi si dilatano, se dovessimo vivere con i ritmi di casa nostra, ci angosceremmo inutilmente.

Verso la mezza mattinata dunque ci mettiamo sulla combi e ci dirigiamo verso il convento delle Ancelle di Cristo Re dove alloggiano le ragazze. Un saluto alle Suore, tra cui ricordo Suor Letizia Grasso e la novizia Adriana, nonchè Suor Miriam e Suor Patrizia e ci dirigiamo alla volta di Tepojaco, il convento dei chierici francescani. ci aspettano 1 ora e mezza di strada su una autopista a 6 corsie dove sfrecciano automezzi pesanti (pesantissimi se confrontati con i nostri) e automobili di tutti i tipi

Nelle strade cittadine le case hanno le facciate pitturate con la pubblicità: qeusto fatto riempie certamente di colore la città ma le da un aspetto assolutemente caotico e in alcuni casi addirirttura decadente.

La pubblicità della birra Corona campeggia su parecchie facciate e scritte che indicano tutto ciò che è venduto nei magazzini. Gli odori, o meglio le esalazioni fetide, spesso ci inondano specialmente nei luoghi più lontani dal centro.

Dal finestrino della combi ci appare uno degli aspetti più incredibili di questa città: 27 milioni di abitanti richiedono sempre maggiori spazi e così allora le montagne appaiono quasi fagocitate da strade, cemento e case come nella foto sopra.

Anche nella foto stotto, scattata dalla combi si vede come questa piccola collina sia fagocitata da case e strade.

La nostra combi sembra davvero poca cosa di fronte ai bestioni di lamiera che ci sfercciano da destra e da sinistra.

Uno scorcio dell'autopista a tre corsie e due carreggiate, un tratto di quella più ampia che ci porta verso Tepojaco.

il racconto continua alla prossima pagina..............................vai...