M E X I C O 2007 | |
I giorni della missione a Tlacoachistlahaca piccolo paesino nello stato di Guerrero pag 2 |
Home |
---|
Una notte di riposo basta e avanza a far dimenticare tutta la stanchezza del viaggio; è soprattutto la voglia di conoscere ciò che ci aspetta a metterci dentro una adrenalina che alle 7.30 ci fa essere tutti pronti per scendere dai nostri alloggi verso la missione. Si purtroppo non alloggiamo in convento, come invece fa Padre Antonio, visto che siamo in tanti, Padre Raul, il guardiano di questo convento, ci fa alloggiare nell'"albergo" delle ninas: una struttura che fornisce il vitto e l'alloggio alle ragazze che scendono dai villaggi di montagna per studiare. Le stanze sono molto più accoglienti e "confortevoli" di quello che ci aspettiamo. E' bene fare subito un chiarimento: quando parlerò di confortevole, accogliente, comodo, buono, mi riferirò al senso più vero di questo termini, senza alcun doppio senso, ma anzi privando dei significati superflui che noi nella nostra società occidentale abbiamo aggiunto a questi termini. Ieri sera il primo contatto con una terra pura e oserei dire quasi incontaminata, non perchè l'uomo non la utilizzi, ma perchè l'integrazione tra uomo e natura è davvero totale e totalizzante, permettendo un equilibrio, fragile ma affascinante. Parlavamo del primo contatto con questa terra: tre enormi, almeno per gli standard siciliani, blatte, di un boreaux tendente al marrone e con enormi antenne nel nostro bagno, mentre, nella stanza delle ragazze, adiacente alla nostra, oltre a questi simpatici animaletti, o almeno sono diventati tali dopo qualche giorno di convivenza, un pò come accade con quelle persone che ci sembrano antipatiche e che poi, conoscendole si rivelano simpaticissime, beh oltre a questi "zampalei" uno scorpioncino nella stanza delle ragazze: una tempesta chimica di RAID, BAygon e altro ancora ha invaso la loro stanza, che quasi quasi il rischio più grande era proprio quello che restassero stecchite per le inalazioni che non per gli insetti. Di seguito metto delle foto degli alloggi fatte da Daniela. Ecco altre foto non fatte. Eccovi le nostre simpatiche amiche, immaginate che sono lunghe, escluse le antenne, circa 7 cm. Ecco invece una veduta dell'albergo. La porta sotto i fusti dell'acqua è quella della nostra camera, mentre quella di fronte (che non si vede nella foto) è della camera delle ragazze. Stesi alcune dei vestiti, ma il bello deve ancora venire... Torniamo adesso al racconto del primo giorno (e alle foto scattate da me). Adesso si che ci sentiamo in misione; dopo l'assaggio del comedor prima e di Totolapan dopo, qui tutto sa di missione; sa di missione perchè ci mostra un mondo lontano negli usi e nei costumi dal mondo in cui viviamo oggi, dove le comodità sono essenziali, dove il rapporto tra uomo e natura vive di leggi scritte quando il mondo è stato fondato, sa di missione perchè vediamo piccoli angeli neri correre a piedi scalzi sulla sabbia e con i visi coperti da un fantastico sorriso. Non conosciamo nessuno di questi bambini, ma sappiamo già che entreranno nei nostri cuori e che forse il nostro cuore, o almeno una parte di esso, resterà sempre loro esclusiva proprietà. Adriana, Felipe, Grigorio, Adelina, Ananyeli sono per adesso solo nomi che non hanno volto ne immagine, ben presto saranno parte integrante della nostra memoria, dei nostri ricordi, forse della nostra vita. Qeusti piedi scuri sembrano quasi volare sulla sabbia del piazzale dinanzi la chiesa. Ci accorgiamo di una cosa: il sorriso sul volto di questi bimbi non è legato a questo o a quel giocattolo, è per questo ragione che non può essere cancellato dal loro volto, cosa che invece accade spesso oggi ai nostri piccoli. Adesso comincio a presentarvi i nostri piccoli amici, nella foto sotto, di spalle Uriel e in primo piano invece Adelina. Ed ecco la nostra mascotte: Grigorio 4 anni fratellino di Adelina. vi sembra tosto? Non avete ancora visto niente...
il racconto continua alla prossima pagina..............................vai... | ||||
| ||||
| ||||